Avete presente quella strana sensazione che si ha quando si mette piede in un mercato stracolmo di banchi? Si viene attratti inspiegabilmente da tutto, quasi da non sapere cosa guardare prima, si viene presi un po’ alla sprovvista: è un posto frenetico, le sue tradizioni rispecchiano la storia della città.
Vi siete mai chiesti come nasce il mercato? Sorprendentemente, è considerato il “negozio” più antico. Era formato da persone che si riunivano per barattare i prodotti, si svolgevano all’aperto nelle piazze, per questo era importante rendere facile l’accesso a tutti. Ancora oggi i mercati più grandi d’Italia si svolgono nei viali più spaziosi.
Il mercato come quotidianità veniva visto come un modo per socializzare. Se ci pensiamo, è un posto talmente vasto che ci si può trovare di tutto, persino quello che non sappiamo ancora di avere bisogno, ed il loro numero è in continua crescita. L’evoluzione del mondo dell’usato lo ha trasformato in una tendenza, ma il mio intuito mi dice che diventerà un classico. Non per altro, i mercati sono nella lista dei posti cult per tutti gli amanti della moda.
Negli ultimi anni più di un milione di tonnellate di capi di abbigliamento sono state buttate in Italia, di cui solo 2,8 tonnellate tramite l’utilizzo dei cassonetti gialli, ma solo una piccola percentuale viene effettivamente donata ad associazioni come la Caritas o la Croce Rossa. Il 68% dei capi usati, dopo essere stato selezionato e sanificato accuratamente, viene rimesso in commercio o viene destinato al riciclo. La maggior parte di questi capi sono praticamente nuovi, e meritano una seconda vita. È di vitale importanza non buttare mai i vestiti, il loro potenziale è enorme. Oltretutto al mercato potresti trovare anche le rimanenze di negozio, chiamate stock, che non sono mai state indossate e hanno un costo irrisorio rispetto al prezzo del negozio.
Mi sto laureando in Fashion Styling allo IED di Milano e sono ossessionata dal thrifting e dai corsetti. I miei hobby sono scrivere, viaggiare e la fotografia . Mi sono sempre sentita un po’ Poorasfuck dentro, ma non avevo una parola per definire quel sentimento.