Perchè comprare al mercato è sostenibile

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Perchè comprare ai mercatini è sostenibile e aiuta l'ambiente

Quando ero alle scuole medie (e a dire la verità, un po’ anche al liceo), mi vergognavo di dire che compravo moda second-hand. Ora ne vado fiera. Nell’articolo di questa settimana ti dico il perché. E ti dico anche perché, se ancora non lo fai, dopo aver letto questo articolo inizierai a farlo anche tu. Non è presunzione, è stima nei confronti dei miei lettori, dettata dalla convinzione che se in qualche modo ti sei ritrovato/a su questa pagina allora sai anche tu che una moda più sostenibile inizia da noi consumatori.

Se hai visto Sex and the City, non potrai non ricordare la famosa frase di Carrie Bradshaw: “I miei soldi li voglio là dove li posso vedere: tutti appesi nel mio armadio”. Finora nulla di problematico: vestiti, scarpe e borse, se acquistati con criterio, possono essere un investimento, e chi non piacerebbe investire in vestiti? Il problema è che molto spesso gli abiti che compriamo e appendiamo nell’armadio, da quell’armadio non escono più. Quante volte ti è capitato di comprare un pantalone, una gonna, una maglietta che poi non hai mai indossato? Quante volte si esce per fare tutt’altro ma si finisce davanti alla vetrina di un negozio per poi comprare un capo di cui non si ha bisogno?

Gli studiosi lo chiamano “acquisto d’impulso”. Io lo chiamo “il motivo per cui, ogni anno, più dell’80% dei capi finisce in bocca ad inceneritori”. Fa paura vero? Purtroppo, non è tutto. Solo nel Regno Unito, 11 milioni di capi di abbigliamento finiscono nelle discariche. E se continuiamo di questo passo, la situazione non può che degenerare fino ad arrivare a produrre 100 milioni di tonnellate di vestiti entro il 2030! Seppur non si tratti di una semplice questione di domanda e offerta, comprare moda usata, “pre-owned fashion” in inglese, è di certo una tendenza che i maggiori players del settore moda non possono ignorare. Anzi, comprare capi di seconda mano è diventata una pratica così comune da creare un’economia tutta sua in cui hanno trovato spazio piattaforme come Vestiaire Collective, The RealReal, Depop ed e-retailers come Farfetch a creare una sezione dedicata al resale (vedi Farfetch Second Life).

In un mondo dominato dal fast fashion è facile perdersi nell’ossessione del nuovo. Tuttavia, è bene ricordare che “nuovo” non sempre è sinonimo di “migliore”. Anzi, molto spesso è esattamente il contrario. Sono sicura che anche tu custodisci nel tuo guardaroba qualche jeans della mamma, una borsa d’epoca che la zia non usa più o semplicemente un capo prodotto più di 30 anni fa. Tenetelo a portata di mano mentre leggete queste righe, toccatelo, indossatelo… se è giunto fino a voi, la sua qualità non può essere messa in discussione. Ecco perché comprare capi vintage non significa scendere a compromessi sulla qualità del capo ma al contrario apprezzarne la sua durabilità. Un capo che passa di generazione in generazione porta con sé infinite storie, infinite vite, anche se non viene dalla tua di generazione! 

La cultura consumista del “compro quindi sono” ha reso lo shopping un’attività alimentata da edonismo, narcisismo e materialismo. Si tende ad associare una persona agli oggetti che possiede e ai capi che indossa senza però saperne cogliere il significato.

Comprare e indossare moda di seconda mano per me significa fare un piccolo sforzo per creare un grande cambiamento. Smettere di comprare è difficile è vero, ma cambiare il modo di comprare no. Ecco alcuni dei motivi che mi spingono a comprare moda di seconda mano, che sia ad un mercatino o su un sito di resale: 

 

  • Sostenibilità & unicità: comprare capi di seconda mano non solo è una scelta più sostenibile perché aiuta a ridurre l’impatto ambientale della produzione di nuovi capi, ma è anche un modo per esprimere la propria personalità e creatività senza essere vittima di tendenze che omologano non solo il modo di vestire, ma anche il modo di pensare. Indossare l’usato significa ridare una seconda, terza, quarta vita a capi in grado di sfidare il tempo perché prescindono dalle tendenze stagionali e non passano mai di moda.

 

  • Divertimento: andare ai mercatini è divertente! Che tu vada con un amico/a o da solo/a, non sai mai cosa ti aspetta. Potresti trovare una Prada fuori produzione ad un prezzo particolarmente conveniente, oppure un maglione che si presta ad essere tagliato, modificato, colorato così da renderlo unico e personale. Se sei alla ricerca di altri consigli per rendere la tua esperienza al mercato sempre più soddisfacente, ti consiglio di leggere “Consigli per andare al mercato”.

 

  • Meno CO2: comprare capi vintage è un modo semplice per supportare l’economia circolare, ridurre le emissioni di CO2 di cui è responsabile la produzione moda ed anche il numero di capi che altrimenti andrebbe a finire nelle discariche o, ancora peggio, in paesi in via di sviluppo che non hanno le risorse per gestire una quantità tanto grande di rifiuti tessili. Per saperne di più, ti consiglio di guardare il documentario The True Cost.

 

  • Saving the planet on a budget: risparmio e sostenibilità vanno d’accordo. Proprio così. Un guardaroba sostenibile non deve per forza essere costoso. I mercatini, thrift stores e negozi vintage offrono infinite possibilità a prezzi accessibili. Non sottovalutare la possibilità di spendere meno e meglio. Quando compriamo, noi consumatori votiamo con i nostri soldi. Decidere in quali tasche i nostri soldi andranno a finire mette il consumatore in una straordinaria posizione di vantaggio in cui noi tutti abbiamo il potere di indirizzare la moda in una direzione più sostenibile. Dunque accetta la sfida e mettiti in gioco!

 

Non ti ho ancora convinto? Oppure sei già anche tu un amante dell’usato? Cosa ti motiva a sostenere la moda di seconda mano? Scrivimi sulla mia pagina Chiaramentemoda, sono curiosa di sentire la tua opinione!

AUTRICE

Chirara - @Chiaramentemoda

Chirara - @Chiaramentemoda

Hai presente quando in “Alice nel paese delle meraviglie” Alice si distrae incuriosita da un coniglio bianco alquanto singolare e decide di seguirlo? Mi chiamo Chiara e la moda è il mio coniglio bianco che mi porta alla scoperta di mondi meravigliosi. È per questo motivo che, una volta terminati gli studi, vorrei fare della mia passione per la moda una carriera contribuendo alla creazione di una moda più sostenibile ed inclusiva.

Chirara - @Chiaramentemoda

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Hai presente quando in “Alice nel paese delle meraviglie” Alice si distrae incuriosita da un coniglio bianco alquanto singolare e decide di seguirlo? Mi chiamo Chiara e la moda è il mio coniglio bianco che mi porta alla scoperta di mondi meravigliosi. È per questo motivo che, una volta terminati gli studi, vorrei fare della mia passione per la moda una carriera contribuendo alla creazione di una moda più sostenibile ed inclusiva.

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